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9 Domande a Nunzio De MartinoArtista italiano, che vive e lavora a Napoli, Italia.

  • Immagine del redattore: Nunzio De Martino
    Nunzio De Martino
  • 24 feb
  • Tempo di lettura: 4 min



Di cosa parla la tua arte?

La mia arte? Un linguaggio materiale! Quanto ascolto è stato necessario per trovare in un filo e nelle sue varianti di colore e spessore il mio mezzo personale di espressione artistica. Superare il concetto romantico della mano che muove il filo, ora nell’uso di una macchina da cucire primordiale che non solo articola il filo nella sua punteggiatura sulla tela, ma che attraverso il suo ritmo, meccanico e musicale, muove e rappresenta la mia arte / anima. Questo linguaggio mi tocca per la sua purezza e semplicità, fatto di linee infinite, curve, interruzioni. Tele dove il sentimento del vuoto è così profondo e parla di silenzio, altre più piene che sembrano coprire ogni piccolo spazio non ancora fissato dall’ago sulla tela. E mi chiedo sempre come ogni opera sia così diversa dalla precedente. A volte il filo esce dalla tela e si contorce su se stesso come sospeso in un vuoto senza confini. A volte la leggerezza dei colori chiari, quasi eterei, parla di viaggi nell’anima; altre volte la pienezza dei colori scuri racconta di una radicata profondità. Nessun desiderio di descrivere, vorrei quasi superare il concetto di astratto. Entriamo in un vago senso di ricerca interiore, un desiderio di capire cosa significa essere, attraverso l'unica opportunità reale e concreta che abbiamo: la creatività, l'arte. Non c'è dolore, non c'è gioia, c'è solo sentimento, sentire guardando e toccando, ascoltando ciò che è dentro ciascuno di noi, ma che raramente è permesso manifestarsi in modo così chiaro e sincero.

Parlaci di più del tuo processo lavorativo, della tua routine, dell'allestimento del tuo studio e del modo in cui ti avvicini a nuove opere d'arte.

Lavoro ogni giorno. Inizio molto presto al mattino senza sapere a che ora finirò. Non c'è tempo. È un percorso intenso e faticoso, un lavoro attraverso i miei pensieri, una meditazione, in un ritmo frenetico e assordante, una musicalità interiore. E questo mi dà piacere fisico e mentale. I progressi nella comprensione sviluppano nuovi passi dove il mio lavoro cambia in qualcosa di nuovo, diverso, mantenendo però una matrice comune. Sento il punto di svolta ed è un momento emozionante.

Cosa è fertilizzante per il tuo lavoro?

Vivere a Napoli. Questa città ha influenzato molto il mio lavoro. Napoli ha un carattere forte: è felice, piena di vita, ha una grande capacità di reagire. Qui ho due spazi lavorativi, diversi per struttura e posizione, realmente in antitesi: uno dove realizzo i dipinti e l'altro dove li monto sui telai. Il primo si trova nel cuore di Napoli, dove sono nato e cresciuto, dove posso trovare i ricordi della mia infanzia e dove, dopo quasi 15 anni trascorsi a Milano, sono tornato: il Quartieri Spagnoli, che fu costruito intorno al XVI secolo per dare ospitalità alle guarnigioni militari spagnole (destinate a reprimere eventuali sommosse della popolazione napoletana) o come residenza temporanea per coloro che andavano da Napoli in altri luoghi di guerra. Nonostante la fama infelice di questa zona, è comunque un nucleo di significato storico-artistico nella città di Napoli, che offre anche diversi spunti della cultura popolare e dello stile di vita napoletano, nel quale mi immergo quotidianamente e da cui mi lascio assorbire: ad esempio, la presenza di piccoli negozi artigianali o delle “basse napoletane”, o anche piccole e buie viuzze caratterizzate da alte scale e vestiti stesi ad asciugare tra i palazzi, la voce della gente per strada mescolata alla musica popolare e alle urla dei venditori ambulanti, insieme al ritmo della mia macchina da cucire. Al contrario, dove assemblo le tele precedentemente lavorate è un luogo di silenzio, alla periferia della città, dove il cinguettio degli uccelli scandisce la giornata.

Chi o cosa ti ha impressionato recentemente?

Lei!

Bere una birra con un artista a tua scelta? Chi?

Cy Twombly. È stato uno degli artisti più significativi del nostro tempo, il suo lavoro mi ha influenzato molto.

Qual è la tua città preferita e perché?

New York! Lì mi sento a casa. New York è come Napoli. Il centro di Napoli e il centro di New York sono un crogiolo di differenze, culture, convivenza tra religioni, e entrambi hanno un ritmo frenetico di vita. Napoli, come New York, è una città caotica e vitale, aperta ai flussi internazionali. New York, esattamente come Napoli, è un teatro all'aperto.

Qual è il tuo ristorante preferito e perché?

Più che un ristorante mi piacerebbe parlare della “Pizzeria da Michele”, il tempio della pizza dal 1870, dove si è sviluppata una lunga tradizione di maestri esperti che ha dato vita alla migliore “pizza Margherita” del mondo.

Cosa faresti con cinque euro trovati per strada?

Rimango nel potere dell'adesso! Pongo la domanda quando li ho materialmente in tasca.

Hai qualche progetto da sogno che ti piacerebbe realizzare in futuro?

Vorrei avere un centro per le discipline artistiche a Napoli. L'idea è che l'arte possa essere uno strumento educativo. Un luogo dove l'emancipazione individuale possa realizzarsi attraverso la conoscenza, cercando di coinvolgere i giovani che vivono e crescono in un ambiente dove le tensioni sociali, la povertà, la marginalizzazione e la criminalità sono ovunque.




Nunzio De Martino Untitled, 2016 – polyester seams on canvas – 90×70 cm
Nunzio De Martino Untitled, 2016 – polyester seams on canvas – 90×70 cm



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Nunzio De Martino Untitled, 2017 – polyester seams on canvas 91×127 cm
Nunzio De Martino Untitled, 2017 – polyester seams on canvas 91×127 cm

Nunzio De Martino Wave , 2015 – polyester seams on canvas 32×21 cm
Nunzio De Martino Wave , 2015 – polyester seams on canvas 32×21 cm


Studio View
Studio View



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Nunzio De Martino Untitled, 2017 – Polyester seams on canvas – 40x50cm
Nunzio De Martino Untitled, 2017 – Polyester seams on canvas – 40x50cm



studio view
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